Il sistema Previdenziale italiano sta subendo negli ultimi anni dei forti cambiamenti. Questi cambiamenti risultano indispensabili per poter garantire una copertura pensionistica alle future generazioni.
La soluzione, secondo molte fonti autorevoli (giornali, sindacati etc.) è quella di crearsi una pensione complementare investendo il proprio Tfr. In poche parole si spera che nel lungo periodo (dal momento che il tempo per andare in pensione è di almeno 30 anni) l’investimento del Tfr nei mercati finanziari, renderà molto di più della rivalutazione annua del Tfr lasciato in azienda. Tali loro analisi si basano sul fatto che le statistiche finanziarie dicono che nel lungo periodo l’investimento azionario ha sempre reso molto bene.
Tuttavia le cose non stanno proprio così: la nostra liquidazione investendo il Tfr nei fondi sarà un punto interrogativo.
Ad esempio a Novembre 2012 il rendimento del Tfr lasciato in azienda (1,5% + 0,75% dell’inflazione) è pari al 3,3%. Nonostante che con un rendimento del genere sarà difficile riuscire a mettere da parte abbastanza risorse, destinare il TFR ai fondi pensione il più delle volte può comportare risultati peggiori (a causa dei pesanti costi di tali fondi), ma soprattutto più incerti.
Le soluzioni alternative proposte sono le seguenti:
1. Stipulare un Piano Individuale di Previdenza (PIP)
Si tratta di forme pensionistiche individuali attuate mediante l’adesione a contratti di assicurazione sulla vita. Consentono di integrare il reddito futuro con una pensione vitalizia in età pensionabile. Sono la novità del mercato previdenziale ma è bene ricordare che tali contratti di assicurazione si distinguono dalle polizze vita, perché i documenti contrattuali che vengono consegnati al momento della sottoscrizione (nota informativa) fanno esplicito riferimento alle finalità previdenziali della polizza. Sono adatti soprattutto a lavoratori autonomi e liberi professionisti ed in via residuale ai lavoratori dipendenti che dispongono di forme di previdenza più vantaggiose. Sono molto onerosi in termini di costi.
2. Investire nei fondi pensione
Valgono tutte le considerazioni di chi trasferisce il Tfr ai fondi: il risultato sarà un punto interrogativo.
3. Accumulare un capitale
Avere a disposizione un proprio patrimonio finanziario ci permetterà di vivere la “terza età” nel modo migliore. I redditi da capitale forniscono quell’integrazione aggiuntiva per migliorare e mantenere elevato il proprio tenore di vita proprio nel periodo in cui si ha più tempo nel dedicarsi ai propri interessi.
Per accantonare una certa somma all’età della pensione, abbiamo diverse possibilità:
– Risparmiare
– Lavorare per più tempo
– Accontentarci di una pensione minore
– Lasciare il Tfr in azienda
La vera soluzione: integrare le diverse opportunità mediante una pianificazione previdenziale
L’unico modo di affrontare seriamente il problema è quello di avvalersi di una pianificazione previdenziale cioè ripetere ogni anno i seguenti passi:
1. Calcolare accuratamente il proprio gap pensionistico
2. Versare i contributi nelle diverse forme previdenziali in base al gap calcolato
3. Effettuare una revisione annuale della propria posizione previdenziale, integrando, ogni anno, i dati ipotizzati (prospettive di lavoro, rivalutazione del montante pensionistico pubblico, rivalutazione degli investimenti privati, inflazione, etc.) con quelli consuntivi e allineando le stime con le nuove informazioni disponibili.
Solo tale modo di procedere ci garantirà di colmare il gap pensionistico al 100% e raggiungere il tenore di vita desiderato al pensionamento.
Tale processo, necessita di una serie di competenze integrate in campo normativo, fiscale e finanziario e, ad oggi, in Italia non c’è nessuna organizzazione in grado di farlo su base sistematica ed in assenza di conflitti d’interesse. Inoltre è necessaria una notevole conoscenza della normativa di settore per poter fare una pianificazione previdenziale senza sotto o sovrastimare il gap pensionistico. In tal caso infatti si corre il rischio di far mettere da parte al lavoratore troppo, facendo quindi inutili sacrifici, o troppo poco, rimanendo privi di pensione integrativa. A questa deve aggiungersi una conoscenza finanziaria adeguata per valutare gli strumenti attraverso i quali accantonare il proprio risparmio pensionistico (azioni, obbligazioni, etf, certificati).
Risulta, dunque, necessario il ricorso ad un Consulente, il cui requisito indispensabile deve, però, essere l’indipendenza.
Tale indipendenza può essere valutata dal cliente tramite diversi indicatori:
- Il consulente non deve aver mandato da nessuna compagnia assicuratrice o bancaria. In questo caso la sua consulenza sarebbe finalizzata alla vendita dei prodotti della propria società.
- Il professionista deve essere pagato esclusivamente tramite parcella. In caso contrario si tratta di un venditore che riceve una commissione sui prodotti che vi sta indicando
- Il consulente deve assolutamente fornirmi un ventaglio di opzioni tra le quali scegliere. Questo garantisce che il consulente non abbia alcun tornaconto nel farvi acquistare un particolare prodotto.
In più è essenziale che il Cliente conosca bene gli strumenti o i prodotti finanziari che decide di utilizzare per garantire la propria pensione. Molti di questi hanno elevati costi di entrata, o all’opposto altissimi costi di smobilizzo, nel caso il cliente abbia necessità di utilizzare il capitale prima del tempo. Molti fondi presentano alti costi di gestione (anche nell’ordine del 4% annuo) o elevati caricamenti sui versamenti (anche nell’ordine del 90% sul primo versamento). Queste caratteristiche vengono, purtroppo, taciute dai venditori e vengono scoperte troppo tardi dai risparmiatori.
Il nostro servizio di Analisi e Pianificazione Patrimoniale è totalmente Indipendente, nel senso sopra indicato, ed è costituito dalle seguenti fasi:
- Raccolta dati sulla posizione contributiva pubblica
- Analisi della situazione previdenziale
- Calcolo del fabbisogno previdenziale
- valutazione di efficienza ed efficacia degli strumenti previdenziali in portafoglio
- individuazione di strumenti e soluzioni ottimali
- predisposizione ed illustrazione reportistica